mercoledì 29 ottobre 2014

Opera realizzata da Andrea Medici

Andrea medici, nato a la spezia il 01/07/1963 e morto il 29/07/2009 a 46 anni a seguito di una caduta dal 6 piano di un palazzo mentre stava installando una tenda da sole. Ad oggi 29 ottobre 2014 siamo ancora in attesa dell'esito del processo. NATO A LA SPEZIA IL 01/07/1963 E NATO AL CIELO ALL' ETA' DI 46 ANNI IL 29/07/2009 A LA SPEZIA..HA LASCIATO UNA RAGAZZINA DI 11 ANNI E UN RAGAZZO DI 14 ANNI..ABITAVA IN LUNIGIANA CON ME ( SABINA ) Poiché SEPARATO . ERA UNA GIORNATA MOLTO CALDA E NELLE PRIME ORE DEL POMERIGGIO STAVA INSTALLANDO UNA TENDA DA SOLE AL SESTO PIANO ( POCO Più DI 20 METRI DI ALTEZZA ) DI UNA PALAZZINA A LA SPEZIA...ERA SOPRA AD UNA SCALA, QUANDO HA CHIESTO AL COLLEGA DI ALLUNGARGLI UN ACCENDINO CHE SAREBBE SERVITO PER BRUCIARE UN CORDINO DI NYLON...IL COLLEGA DAL TERRAZZINO (MOLTO PICCOLO) ENTRA IN CUCINA DOVE ERANO LE CASSETTE CON I VARI ATTREZZI PER PRENDERE L' ACCENDINO..TORNATO NEL TERRAZZO ANDREA NON ERA Più LI... QUESTA è LA VERSIONE DEL COLLEGA...NESSUNO HA VISTO E SENTITO NULLA... SULLE ONDE DEL MARE Ad Andrea mio fratello Hai visto! Quanta immensità c'è... Senza tempo... Senza spazio... Dove tutto si perde in un bagliore. Li io posso correre e rincorrerti sulle onde del mare. E per me, è così dolce...così dolce, da non poterlo spiegare. In quel fascio di Luce, dove tutto è diverso, tu mi potrai trovare... Sabina

martedì 28 ottobre 2014

Opera realizzata da Nicola Acampora

Amalfi (Salerno) 28 Ottobre 2010 Un rocciatore Nicola Acampora all'opera lungo la parete rocciosa che sovrasta la Valle del Dragone ad Atrani ha perso la vita dopo un volo di di 50 metri. La terribile tragedia si è verificata a Ravello, quando Acamporae stava operando la bonifica con alcuni colleghi è caduto al suolo all'interno di un terreno privato sottostante il piccolo cimitero di Atrani ubicato lungo la pedonale che conduce a Pontone. Buonasera, Ho letto la sua iniziativa di dedicare ai morti sul lavoro una sua opera, ne sono molto felice; mi scuso se non ho risposto prima ma ho avuto problemi con il computer. Mio marito è morto 4 anni fa ad Atrani lavorava per una ditta di rocciatori ed è caduto precipitando nel vuoto per 50 metri. Aveva 41 anni e ha lasciato tre figli, all'epoca, il più piccolo, aveva 4 anni, le due femmine 9 e 13 anni. Si chiamava Acampora Nicola era proprio una brava persona mai una lite mai un diverbio mai una multa il suo unico difetto è stato quello di essere un gran lavoratore e di aver avuto fiducia nei padroni. Siamo ancora in attesa di giustizia il processo è appena iniziato dai padroni e dai compagni solo bugie per scaricare la colpa su di lui e infangare la sua memoria. Grazie di aver accolto il mio sfogo

Opera realizzata da Leonardo Fracassi

Leonardo fracassi nato il 18/05/63 morto nella cava del gesso a Roccastrada (gr) il 20/10/2010 ....che dire di lui ??? È stato definito un uomo buono e dedito al lavoro e alla sua famiglia , era un lavoratore da quando appena maggiorenne rimasto orfano di babbo gli fu offerto il lavoro alla cava di gesso ( prima funzionava così , ti offrivano il lavoro del tuo babbo ) . Ha sempre lavorato lì fino a quel giorno è morto sotto un muletto che poi abbiamo scoperto che non era revisionato da 15 anni , pensava solo al lavoro e a me e a suo figlio Kristian diceva sempre che voleva, come tutti i genitori, il bene migliore e che a differenza sua sperava che nn sarebbe stato obbligato a lavorare nella cava come invece è successo a lui. Lo so che ognuno ama il proprio caro xo io sono 4 anni che sento che il nostro paese non ha dimenticato, e questo forse vuole dire qualcosa no?? Semplicemente leonardo fracassi nn c'è più ...

Opera realizzata da Giovanni Di Lorenzo

Innanzitutto volevo ringraziarla per questa iniziativa, a qualcuno può sembrare poca cosa ma per noi familiari dei morti sul lavoro è tanto. Io sono la vedova di Giovanni Di Lorenzo aveva 31 anni era di Nola (NA) ed è morto a Baiano (AV) il 26/07/2007 è rimasto schiacciato sotto la ruspa sulla quale stava lavorando(naturalmente senza protezione e senza freni) dopo 7 anni io e mia figlia di 9 anni siamo ancora in attesa di ricevere giustizia. "Tutto sembra sereno...Poi un giorno arriva il dolore...quello grande che porta via tutto,anche il desiderio stesso di vivere,lasciando un enorme vuoto,...ma ciò che è rimasto nel cuore niente e nulla potrà cancellarlo... Per Giovanni per sempre nel mio cuore "

Opera di Pippo Marchese

PIPPO MARCHESE, nato ad Agira (Enna) il 3/10/61, muratore. Morto a Castelmola (Messina) il 18 aprile 2011 folgorato dalla disattenzione di un collega mentre eseguiva l'operazione di getto del cemento.
Di Giuseppe Marchese «A te, padre, morto per non farci mancare un pezzo di pane; a te, che hai preferito sin da fanciullo la strada del lavoro a quella del malaffare; a te, che hai costruito una famiglia ed hai permesso che noi fossimo; a te, che sei partito da casa stretto dal dovere, che hai svolto con onestà e dedizione totale il lavoro in cui credevi e sei tornato nella stessa... casa in una fredda bara;a te, dotato di una forza leonina nel servire alla buona causa della professione e ridotto a corpo esanime; a te, che non hai risparmiato sacrifici per la tua azienda anche nei giorni festivi; a te, vittima sacrificale dell'altare dell'insicurezza, di un sistema perverso che ha adorato il denaro; a te, che avrai digrignato i denti in una espressione di dolore estremo e così hai salutato la terra; a te, spesso maltrattato da coloro ai quali hai donato tutto e non gratificato per le tue fatiche; a te, vittima di colpevoli distrazioni e valutazioni superficiali; a te, caduto nella trappola della disonestà troppo giovane e reso schiavo di preoccupazioni per un tetto; a te, che piangevi perché non arrivavamo a fine mese; a te, padre che ha garantito la sua presenza a costo di viaggi defatiganti; a te, marito che ci ha dato l'esempio della fedeltà coniugale; a te, che hai rinunziato ad ogni divertimento per il necessario; a te, capace di salutare ogni piccola gioia come una grande sorpresa della vita; a te, che hai preferito alla piazza ed alle sue chiacchiere il lettone di casa e un po' di musica folk con i tuoi figli; a te che hai fatto coincidere la tua felicità con la realizzazione scolastica ed umana dei tuoi figli; a te, che hai condiviso con noi la tua insoddisfazione con lacrime di sincera amarezza; a te, che ci hai insegnato a superare le offese ricevute per riconciliarci con noi stessi; a te, capace di coltivare amicizie genuine e disinteressate; a te, vissuto nell'ombra della quotidianità e sconosciuto ai più; a te, esempio luminoso per i giovani di paternità, intessuta di gesti feriali; a te, che hai praticato la giustizia le cui ossa, forse, non otterranno mai una vera giustizia; a te, che quest'anno non hai potuto festeggiare con noi il tuo cinquantesimo compleanno: GRAZIE! »

Opera realizzata Da Ruggero Toffolutti

RUGGERO TOFFOLUTTI (Piombino 1966 – Magona, Piombino 1998) Sprizzo energia, vita, bellezza, forza, amore Ruggero nasce il 16 giugno 1966 a Piombino. È un ragazzo esuberante, vivace e bello, tra le ragazze è “uno dei più belli di Piombino”. Ottimo calciatore, sia nel calcio che nel calcetto, nei tornei è sempre capocannoniere, un bomber. Tifa Milan e ama Van Basten, per questo i suoi amici lo chiamano Van Toff. Ruggero è molto legato alla sua famiglia, ama tantissimo il fratellino Matteo di cui avrebbe potuto essere il padre (ci corrono ben 24 anni); “È nato nel Novanta, l’anno dei mondiali!”, diceva sempre di lui. Ruggero muore il 17 marzo 1998 alla Magona – oggi Arcelor Mittal – stritolato da un ingranaggio. Lavora per una ditta d’appalto, fa manutenzione. È solo, su un impianto senza protezioni (gli operai le chiamano defense) alla zincatura 3. Non abbiamo potuto né vederlo, né vestirlo, è bastato un lenzuolo, tanto ha lavorato bene quell’ingranaggio. Ruggero ha avuto il tempo di accorgersene. Forse sarà stato un attimo. Ma un attimo interminabile. E il terrore che leggiamo nei suoi occhi continua a riflettersi nei nostri. Dalla morte di Ruggero, è attiva l'associazione nazionale che prende il suo nome. Perchè il diritto più importante, quando si parla di lavoro, è il diritto di tornare a casa.

Opera realizzata da Carlo Livello

Mio Padre. Aveva 48 anni mio Padre. Era un omone tanto grosso quanto buono. Aveva delle mani forti e possenti, ma leggere e confortanti se te ne appoggiava una sulla spalla. Mio Padre si alzava tutti i giorni alle sei del mattino per andare a lavorare, anche se da un anno percepiva la metà dello stipendio; eppure non hai mai scioperato o presosi un giorno di ferie. Aveva mille pensieri per la testa, ma ti bastava guardarlo per essere sereno, guardarlo in quegli occhi apparentemente tristi, ma con quei suoi modi di fare e col suo sorriso sempre stampato sulla faccia era fantastico. Mio Padre, Taciturno, ponderato, saggio con cui ho parlato troppo poco per imparare il messaggio che ora conosco a perfezione. L’ho guardato pochissimo quest’ Uomo per non capire che era un paesaggio da scoprire, eppure oggi è l’unica mia fonte di coraggio, il solo con cui parlare quando il mio mondo trema, quando l’ora si fa scura. Dalla sua pace mi consiglia, rassicura e tace, quest’ Uomo assente ma presente in ogni anfratto di me. Col suo silenzio m’insegnò soggezione, onestà e rispetto. Mio Padre ha dato la vita su un cantiere edile, lottando fino alla fine, come ha fatto in tutta la sua vita. Era forte Papà! Ricordo esattamente quella maledetta giornata. Ricordo tutto, purtroppo. La mia corsa da solo in ospedale, la triste veritá del medico che mi chiamò da parte e me lo disse sottovoce. Ed io non lo sentivo, non volevo sentirlo. Gli leggevo il labbiale e volevo cambiarglielo. Ma non fu cosí, Papà non sarebbe più tornato a casa. Ed il mio senso di smarrimento, il mio accovacciarmi su me stesso. Gli amici che man mano arrivavano correndo. E poi quell'attimo struggente in cui i miei occhi assenti s'incrociarono con quelli di mia Madre. E le sue grida, il suo dolore, il dolore di mia sorella. Ed io non capivo niente, ma ricordo tutto. Sono passati tre anni da quella tragedia ed ancora non si conosce la veritá. Aveva solo 48 anni mio Padre. Non doveva andar cosí... A lui sì, a lui sì che potete chiamarlo tranquillamente EROE! Ti voglio bene, proteggici Papà.